1-1 contro il Cesena al Comunale, Radice si arrabbia ma vince lo Scudetto dopo una cavalcata storica e impareggiabile: il Torino è Campione d’Italia
16 maggio 1976, stadio Comunale: Torino-Cesena. Che partita è? Quella più importante di tutte. Perché il Toro di Radice è a un passo dallo Scudetto, è a un passo dall’essere Campione d’Italia. Mancano 90′, poi si potrà festeggiare una vittoria anche sulla Juventus, seconda, e probabilmente più forte del Torino, che vantava una rosa di tutto rispetto. Da Castellini a Zaccarelli, da Pecci a Claudio Sala, passando ovviamente per Pulici e Graziani.
Uno stadio gremito
Quel pomeriggio a riempire le gradinate del Comunale c’erano circa 65.000 cuori granata, fuori dai cancelli altri 15.000 senza biglietto che aspettavano solo il momento di far festa. Prima del calcio d’inizio dell’ultima partita di quel campionato, contro il Cesena, un enorme lenzuolo bianco con disegnato uno scudetto si alzò in cielo trascinato da tre grappoli di palloncini granata, in barba alla scaramanzia. Poi arrivarono le 16 del pomeriggio, Torino e Cesena scesero in campo per l’ultimo atto di quel campionato. Radice schierò la sua formazione tipo: Castellini, Santin, Salvadori, Patrizio Sala, Mozzini, Caporale, Claudio Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici, in rigoroso ordine numerico, dall’1 all’11, come si usava all’epoca.
Torino, lo scudetto del 1976: Pulici e Graziani i protagonisti, e Radice si arrabbia
Prima degli ultimi novanta minuti di campionato il Toro era in testa alla classifica con un solo punto di vantaggio sulla Juventus. Il distacco aumentò a inizio ripresa quando Curi portò in vantaggio il Perugia contro i bianconeri. Al Comunale, nel frattempo, Toro aumentava sempre più i propri ritmi e, al 16′ passò in vantaggio: Graziani dalla sinistra crossò al centro dell’area, la palla era bassa, pochi centimentri al di sopra dell’erba e pochi millemetri dal piede del cesenate Danova, su quel pallone ci arrivò però Pulici (e chi altri se non lui) e in tuffo di testa lo mandò alle spalle di Boranga. 1-0 Toro. Pochi minuti più tardi un’incomprensione tra Mozzini e Castellino causò l’autorete del difensore e il pareggio dei romagnoli. Ma poco male.
La Juve perse 1-0 e al triplice fischio dell’arbitro partì la festa, un’indimenticabile festa. I tifosi e la squadra salirono fino a Superga per rendere omaggio agli Invincibili e rendere partecipi anche loro di quest’impresa. A ventisette anni di distanza dalla tragedia di Superga il Toro era tornato a vincere uno scudetto.
L’allenatore del Torino, a fine gara, è visibilmente arrabbiato perché “non si può pareggiare così“. Un allenatore vincente è anche questo. Un Toro vincente, uno degli ultimi che ha fatto davvero la storia e godere i suoi tifosi, è anche questo.
Lo scudetto del Torino: il tabellino della partita
TORINO-CESENA 1-1
Marcatori: st 16′ Pulici (T), 25′ aut. Mozzini (C)
Torino: Castellini, Santin, Salvadori, P. Sala, Mozzini, Caporale, C. Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici. A disposizione: Cazzaniga, Garritano, Gorin II. All.: Radice.
Cesena: Boranga, Ceccarelli, Oddi, Festa, Danova, Cera, Rognoni, Frustalupi, Bertarelli, Bittolo, Urban. A disposizione: Bardin, Zuccheri, Petrini. All.: Marchioro.
Arbitro: Casarin

Che ne sanno a Bologna
tutta colpa degli zerotreini
che giornata!!! avevo 16 anni all’epoca, che gioia a scuola,prendere per le natiche i gobbi..bandierone gigante sul terrazzo,con la foto della squadra,respiravi Toro per le strade…ora apro gli occhi ,e mi appare il faccione della TDC,e mi sale la nausea e la carogna….